Nell'immaginario dell'uomo moderno la figura di Ulisse è il simbolo del personaggio della ricerca del sapere, di colui che instancabilmente cerca nuove strade e sposta in continuazione i traguardi di quel suo inarrestabile e metaforico viaggio verso ciò che ancora è sconosciuto.
A differenza di Dante nel XXVI canto dell'Inferno, difficilmente l'uomo moderno, ancor più l'uomo del secolo appena trascorso e di quello presente, trova elementi negativi nell'impresa di Ulisse alla ricerca del sapere. Se problematiche etiche si pongono ancora oggi allo scienziato in ordine a questioni come la manipolazione genetica, è però altrettanto vero che per noi la conoscenza è un valore comune ormai acquisito e fortemente interiorizzato.
Per entrare nel merito mi limito a consigliarvi la lettura di questo interessante articolo: L'ultimo viaggio di Ulisse termina in tragedia perchè nato da "curiositas" e non da "virtus".
Con curiositas si intende una qualità tutta terrena e immanente (essendo Ulisse pagano), ossia un ardore di conoscenza che inorgoglisce di se stessi e non riconosce limiti all'iniziativa umana. Cosa ben diversa dalla virtus cristiana, che consiste nella coincidenza tra la libertà umana e il rispetto della volontà divina.
La colpa di Ulisse non è, dunque, veramente una colpa, ma una conseguenza dell'audacia del suo viaggio, che lo ha portato a scorgere ciò che nessun mortale ha il diritto di vedere, ossia il monte del Purgatorio, oltre le Colonne d'Ercole.
Un forte legame tra il nostro personaggio e la tecnologia è il Cavallo di Troia, il dono con l'inganno, un esempio di machina secondo l'accezione cristianizzata del termine greco: un oggetto creato con astuzia atto ad ingannare il nemico. Anche da questo deriva la cattiva fama di Ulisse durante il Medioevo, perché, pur essendo vincitore, non ha le qualità pure di Ettore e Achille, ma sottomette gli avversari truffandoli vilmente.
Non si può cercare del materiale multimediale in rete, senza che escano rimandi al programma di Rai 3 Ulisse - Il piacere della scoperta: al di là dell'interpretazione dell'impresa del personaggio, i realizzatori (Alberto Angela, così come già suo padre Piero) hanno saputo trasmettere sul piccolo schermo la buona attitudine del comportamento dello scienziato, memori delle parole poste da Dante in bocca all'eroe omerico:
Testa di Ulisse, Gruppo di Polifemo a Sperlonga |
A differenza di Dante nel XXVI canto dell'Inferno, difficilmente l'uomo moderno, ancor più l'uomo del secolo appena trascorso e di quello presente, trova elementi negativi nell'impresa di Ulisse alla ricerca del sapere. Se problematiche etiche si pongono ancora oggi allo scienziato in ordine a questioni come la manipolazione genetica, è però altrettanto vero che per noi la conoscenza è un valore comune ormai acquisito e fortemente interiorizzato.
Per entrare nel merito mi limito a consigliarvi la lettura di questo interessante articolo: L'ultimo viaggio di Ulisse termina in tragedia perchè nato da "curiositas" e non da "virtus".
Con curiositas si intende una qualità tutta terrena e immanente (essendo Ulisse pagano), ossia un ardore di conoscenza che inorgoglisce di se stessi e non riconosce limiti all'iniziativa umana. Cosa ben diversa dalla virtus cristiana, che consiste nella coincidenza tra la libertà umana e il rispetto della volontà divina.
La colpa di Ulisse non è, dunque, veramente una colpa, ma una conseguenza dell'audacia del suo viaggio, che lo ha portato a scorgere ciò che nessun mortale ha il diritto di vedere, ossia il monte del Purgatorio, oltre le Colonne d'Ercole.
Un forte legame tra il nostro personaggio e la tecnologia è il Cavallo di Troia, il dono con l'inganno, un esempio di machina secondo l'accezione cristianizzata del termine greco: un oggetto creato con astuzia atto ad ingannare il nemico. Anche da questo deriva la cattiva fama di Ulisse durante il Medioevo, perché, pur essendo vincitore, non ha le qualità pure di Ettore e Achille, ma sottomette gli avversari truffandoli vilmente.
Non si può cercare del materiale multimediale in rete, senza che escano rimandi al programma di Rai 3 Ulisse - Il piacere della scoperta: al di là dell'interpretazione dell'impresa del personaggio, i realizzatori (Alberto Angela, così come già suo padre Piero) hanno saputo trasmettere sul piccolo schermo la buona attitudine del comportamento dello scienziato, memori delle parole poste da Dante in bocca all'eroe omerico:
"Fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza"
Inferno, XXVI canto, vv. 119-120
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