"Charles Piazzi Smyth scopre le misure sacre ed esoteriche delle piramidi nel 1864. [...] È singolare che la loro base sia un quadrato il cui lato misura 232 metri. In origine l'altezza era di 148 metri. Se traduciamo in cubiti sacri egiziani abbiamo una base di 366 cubiti e cioè il numero dei giorni di un anno bisestile. Per Piazzi Smyth l'altezza moltiplicata per 10 alla nona dà la distanza Terra-Sole: 148 milioni di chilometri. Una buona approssimazione per quei tempi, visto che la distanza calcolata oggi è di 149 milioni e mezzo di chilometri, e non è detto che abbiano ragione i moderni. la base divisa per la larghezza di una delle pietre dà 365. Il perimetro della base è 291 metri. Si divida per il doppio dell'altezza e si ha 3.14, il numero pi greco. Splendido, vero?"
da U.Eco, Il Pendolo di Foucault, Milano 1988, XXVII ed.Tascabili Bompiani, pag. 303 (cap. 47)
Le Piramidi di Giza |
Così il conte Agliè, all'interno del discorso sugli Egizi (già citato nel mio post a riguardo) stupisce i compagni di ricerche Belbo, Diotallevi e Casaubon, mostrando, oltre ad incredibili coincidenze numeriche nei rapporti tra gli elementi costitutivi delle piramidi, un insolito punto di vista delle unità di misura, la cui analisi ben si addice al contesto di questo blog.
Descrivere l'utilizzo delle unità di misura, secondo indicazione del prof. Marchis, dovrebbe — nella nostra ricerca su un tema della cultura tecnologica condotta attraverso un libro — permetterci di evidenziare come nell'evoluzione della società si sia passati dal pressappoco alla precisione, per misurane distanze, tempi, temperature etc.
Siamo in presenza di un caso contrario: le unità di misura moderne, nonostante la fatica compiuta nei secoli per uniformarli, sono schernite e sminuite, dovendo essere viste dall'iniziato come una forma di oscuramento di antiche conoscenze e segreti.
Definizione grafica del cubito |
Nel testo si vede infatti che convertendo — anzi, riconvertendo — in cubiti le misure delle parti della piramide, emergono significati nascosti, impossibili da afferrare leggendo i dati in metri (sebbene si mantengano ovviamente i rapporti tra le parti).
I curiosi, quasi inquietanti risultati, sono presto sbugiardati dallo stesso Agliè:
"Quid est veritas, come diceva un mio conoscente di tanti anni fa. In parte, si tratta di un cumulo di sciocchezze, Per cominciare, se si divide la base esatta della piramide per il doppio esatto dell'altezza, calcolando anche i decimali, non si ha pi greco, bensì 3,1417254. Piccola differenza, ma conta. Inoltre, un discepolo del Piazzi Smyth, Flinders Petrie, che fu anche il misuratore di Stonehenge, dice di aver sorpreso il maestro che un giorno, per far tornare i conti, limava le sporgenze granitiche dell'anticamera reale... [...] Signori, invito loro ad andare a misurare quel chiosco. Vedranno che la lunghezza del ripiano è di 149 cm, vale a dire un centomiliardesimo della distanza Terra-Sole. L'altezza posteriore divisa per la larghezza della finestra, fa 176/56=3,14. L'altezza anteriore è di 19 decimetri, cioè pari al numero di anni del ciclo lunare greco. La somma delle altezze dei due spigoli anteriori e dei due spigoli posteriori fa 190*2+176*2=732, che è la data della vittoria di Poitiers. Lo spessore del ripiano è di 3,10 cm e le larghezza della cornice della finestra di 8,8 cm. Sostituendo ai numeri interi la corrispondente lettera dell'alfabeto avremo C10H8, che è la formula della naftalina"
"Fantastico", dissi, "ha provato?"
"No, lo ha fatto su un altro chiosco un certo Jean-Pierre Adam. Con i numeri si può fare quello che si vuole."
da U.Eco, Il Pendolo di Foucault, Milano 1988, XXVII ed.Tascabili Bompiani, pag. 306 (cap. 48)
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