Esperimento:
Mentre curiosate nel mio blog voglio offrirvi la possibilità di ascoltare della bella musica.
L'atmosfera sonora messa a disposizione vuole far sì che il lettore/ascoltatore si proietti empaticamente nel libro, così come sempre faccio io stesso, durante la lettura.
Da parte mia, cercherò di motivare le scelte attraverso brevi commenti pseudo-musicologici.
Iniziamo con il Quartetto d'archi in fa maggiore op.35 di Maurice Ravel, datato Parigi - aprile 1903.
Quello che vi propongo è il secondo movimento, Assez Vif, Très Rythmé, nella vivace interpretazione del Quartetto Hagen.
Fin dall'inizio colpisce il pizzicato di tutti e quattro gli archi, impegnati in un gioco ritmico che avvolge le uscite, sezione per sezione, del tema cantabile, introdotto dal violino I: sempre anelante a vertiginosi picchi, quasi per osservare i compagni di viaggio dall'alto in basso, ma allo stesso tempo pronto a turbinose discese agli Inferi, guidato dal vigore del vero padrone della scena, il violoncello, che imprime ritmo e vorticosità senza farsi troppo notare.
In analogia all'incessante senso di movimento che il brano ispira, voglio associare l'impeto conoscitivo dei protagonisti del Pendolo: Casaubon, Belbo e Diotallevi, le cui figure descriverò in seguito.
A voi giudicare se i delitti, le fughe, le ricerche, gli studi che costoro compiono, sia nella loro realtà, sia nella loro mente, si prestano all'interpretazione che ho fornito.